Ispirarsi ai linguaggi della Tv in un mondo senza slide
Lunedì 9 marzo 2020 mi è crollato il mondo addosso. La mia agenda, che era piena di eventi formativi, corsi di formazione e speech in convention fino a ottobre, si è vaporizzata all’istante. Ma come diceva il buon Marty Feldman in “Frankenstein Junior” potrebbe andare peggio… potrebbe piovere… infatti è arrivato un nubifragio causato dalla mia miopia nel rifiutare, fino ad allora, qualunque evento a distanza, dalle videopillole formative ai webinar. Ero completamente impreparato ad affrontare quel fenomeno che fino a qualche settimana prima non esisteva nel mio vocabolario: lockdown.
Dopo sette giorni di pensieri, rimuginamenti e riflessioni allo specchio (improvvisamente avevo un sacco di tempo per stare con me) arrivai alla conclusione che tutti noi formatori insegniamo quando teniamo dei corsi sul cambiamento: se il mondo cambia devi cambiare anche tu. E così iniziai a studiare, sperimentare e fare tesoro dei feedback in modo da imparare a essere performante nella formazione a distanza. In più avendo comprato, poco prima dell’arrivo della pandemia, 1.200 mq di immobile a Milano per farne una location eventi e formazione in presenza, ho dovuto pensare come si sarebbe evoluta la formazione e gli eventi formativi per dare una nuova utilità allo spazio che avevo appena acquisito.
Qui di seguito illustro le mie considerazioni, frutto di studi e soprattutto di sperimentazioni, dato che ci siamo trovati in un’epoca senza precedenti dove è tutto da reinventare.
Il linguaggio di riferimento per la formazione a distanza è sicuramente quello televisivo. Non bisogna cadere nella trappola di pensare che la formazione a distanza sia una videocall evoluta. Bisogna mantenere alto l’interesse per evitare l’effetto “Spengo momentaneamente la telecamera e faccio altro” e per fare questo dobbiamo focalizzarci su alcuni aspetti precisi:
Energia. L’energia si genera attraverso la passione dei temi che si affrontano (se sono convinto sono convincente), dall’aver chiaro la nostra missione (fare in modo che le persone collegate possano stare meglio lavorando meglio) e dalle variazioni (ogni quindici minuti deve accadere qualcosa che spezza il ritmo).
Storytelling. Diventa indispensabile ancorare gli elementi cognitivi a elementi emozionali come piccole narrazioni e aneddoti con il duplice scopo di risultare interessanti e aiutare la memorizzazione dei concetti. In piena tradizione di serie tv, evitare spoiler o anticipazioni su quello che verrà detto (quindi via i programmi e le agende) e scoprire di volta in volta i contenuti alimentando così l’attesa per quello che dovrà succedere.
Confronto. Fondamentali, soprattutto se il webinar dura più di due ore, sono i momenti di attivazione. Dato che la barriera tecnologica non aiuta l’interazione, lo strumento più efficace che ho riscontrato è stato quello di creare delle suggestioni, come ad esempio condividere degli spot pubblicitari che sono delle veloci narrazioni, sui quali chiedere impressioni, considerazioni e motivazioni. I partecipanti sono facilitati a esprimere opinioni su qualcosa che apparentemente non li riguarda direttamente e su quelle considerazioni si possono prendere molti spunti per riprendere il corso in aula virtuale.
Intrattenimento. La strada che si sta delineando è sempre di più quella dell’edutainment con il linguaggio appunto televisivo. Quindi spazio a momenti leggeri e possibilmente divertenti. Anche gli eventi ibridi (in presenza e digitali contemporaneamente) richiederanno una regia televisiva con più camere e format che si allontanano decisamente dalla tavola rotonda per diventare sempre più talk.
Ma soprattutto questo cambiamento epocale finalmente ha messo in discussione uno strumento che già iniziava a diventare obsoleto ma che in qualche modo resisteva per una questione di comodità per il formatore e ritualità consolidata: la slide.
Le slide con bullet point e grafiche didascaliche sono uno strumento che aiuta più il formatore a ricordarsi cosa deve dire piuttosto che un elemento potenziante la formazione. Non funzionano nei webinar, relegando il formatore che parla in un quadratino e costringendo il partecipante a leggere delle scritte che verranno poi ascoltate nuovamente dalla voce narrante (la ripetizione senza aggiungere nulla è per definizione noiosa). Funzionano sempre meno anche nei corsi tradizionali dove diventano così protagoniste della lezione e spesso si appropriano sul finale anche dei ringraziamenti che potrebbero essere fatti in maniera più efficace dall’oratore in presenza.
Se il linguaggio che oggi funziona di più è quello televisivo, un motivo per cui nelle trasmissioni che vediamo non ci sono slide ci sarà!
Giampaolo Rossi